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lunedì 23 gennaio 2023

Dream On (Aerosmith), la forza dei sogni

Steven Tyler (Aerosmith) canta Dream On

Sogna e continua a sognare. Fallo oggi finché il mondo non sarà quello che vogliamo. Oggi, 23 gennaio, voglio aggiungere un alto sogno insieme a te. Dream On (Aerosmith), guidaci tu.

di Luca Ferrari

Sognare è l'essenza della vita. Realizzare i propri sogni, qualcosa fuori dall'ordinario per cui vale sempre la pena lottare. Nella classica ballad rock Dream On, c'era più Eminem che Aerosmith nella mia vita, ma questo solo in principio. La band capitanata dal cantante Steven Tyler e il chitarrista Joe Perry era ben nota al mio udito, solamente non mi ero mai soffermato davvero sulla suddetta. C'è voluto il rapper di Detroit e la sua strepitosa cover personalizzata, Sing For the Moment, per spingermi ad ascoltare l'originale come si deve. Oggi siamo appena al 23 gennaio. Tra undici mesi esatti io dovrei essere in viaggio, o comunque in partenza. La destinazione vi sarà rivelata se realizzeremo questo sogno. Ecco lo spazio bianco per dirvi dove sono/dove starò andando:

x?x

Su questo giorno così speciale ho qualcosa di sinceramente unico da dire e scrivere, ascoltando una fantastica versione sinfonica di Dream On con gli Aerosmith al gran completo e il direttore d'orchestra Michael Kamen, già con Bono e Pavarotti in Miss Sarajevo e i Metallica nel doppio live con l'orchestra sinfonica di Sam Francisco (S&M).

I TUOI SOGNI SONO I NOSTRI SOGNI

frattaglie luminose,

un collage dove il mondo

non sia una ritorta profezia

… ci proveranno ancora

 e non saranno mai sazi


disegna i tuoi sogni

sulla neve,

non so cosa sia il sole,

nessuno mi ha presentato

la tempesta,

disegna i tuoi sogni sull’acqua...

non mi inginocchierò mai

dinnanzi ad alcuna esplosione atomica

quando è cominciato

il tuo primo sogno?

c’era una bambola vicino

al tuo letto, un’annotazione

per l’ultimo secondo

o era solo una flebile sveglia umana...

sono passati

appena pochi giorni

ma non ho nessuna intenzione

di smettere

di sbiancare le nostre ali

… sono solo angoli

o c’è almeno una ruga...

non ti porterò via le tue lacrime

non ti porterò via le tue risate

sono pronto

a spostare l’orizzonte

dovunque tu voglia… non

ho mai voluto giocare,

questa leggenda

è solo l’inizio

della continuazione

della storia… oltre te stessa,

oltre i nostri cuori,

siamo decisi e inarrestabili  (Venezia, 23 Gennaio ‘23) 


AerosmithDream On

mercoledì 18 gennaio 2023

Spirit - Cavallo selvaggio

Il cd della colonna sonora originale di Spirit © Luca Ferrari

Un colpo di fulmine immediato, tonante come il suo equino protagonista. La colonna sonora del film Spirit - Cavallo selvaggio (2002) è pura poesia umano-musicale.

di Luca Ferrari

Coraggio. Libertà. Passione. Tutto questo è Spirit - Cavallo selvaggio (2002, Spirit: Stallion of the Cimarron), film diretto da Kelly Asbury e Lorna Cook per la DreamWorks Animations. Fu un amore sbocciato ancor prima di vederlo. Fu un amore incontenibile quando, finalmente davanti al grande schermo, iniziai ad ascoltare le canzoni e poi sul CD della colonna sonora. Il cantautore canadese Bryan Adams insieme alla collega Sarah McLachlan, il compositore Hans Zimmer e nella versione italiana, Zucchero. Ci sono film che non riusciresti mai a immaginare senza le loro musiche. Dalla saga di Guerre Stellari passando per i western di Sergio Leone fino a Rocky. Spirit - Cavallo selvaggio non è da meno. E io adesso vi sto per raccontare la storia di come quella colonna sonora mi elevò l'anima. 

Eravamo in sei quel giorno al cinema. Una coppia di nonni e il loro nipotino. Una mamma e la sua figlioletta. Il sottoscritto. Avevo già adocchiato Spirit - Cavallo selvaggio (2002) da un pezzo. In una delle ultime agende/diari che tenni, avevo anche una foto ritagliata. Il caso volle che in un gelido e solitario gennaio fiorentino, venne riproposto in un cinema poco lontano da casa mia (zona campo di Marte). Un solo spettacolo verso le sei del pomeriggio. Era venerdì 17 gennaio. Così, finito di lavorare, andai direttamente. Quel film fu un colpo di fulmine istantaneo. Non solo mi piacque da impazzire la storia ma anche la musica, la cui ricerca della colonna sonora venne subito programmata per l'immediata mattinata successiva.

Al mio risveglio, sabato 18 gennaio, ero ancora con la testa a correre tra il Grand Canyon e così partii subito puntando il negozio di dischi dalle parti del mercato di San Lorenzo, ma non c'era. Andai avanti per tutta la mattinata fino a quando, ormai senza speranza, entrai in un piccolo negozietto nella piccola piazza San Marco e lì, il colpo di scena. Ce lo avevano! Lo comprai avidamente e un attimo dopo ero già verso casa per duplicarmelo in cassetta (all'epoca facevo ancora così) e spararmelo nel walkman. Per quel primo ascolto scelsi un'altura, e così salii sull'autobus per andare a Fiesole, che passava poco distante dalla mia abitazione. Arrivai lassù e quando ebbi il capoluogo toscano interamente sotto di me, iniziò un ascolto epico.

Here I Am, I Will Always Return, You Can't Take Me, Get Off My Back, Brothers Under the Sun, Don't Let Go, This Is Where I Belong, Sound the Bugle, Run Free sono le canzoni principali di una colonna sonora che vede 15 canzoni in tutto e scandisce, fotogramma per fotogramma, l'intera pellicola. Nessuno più di Bryan Adams avrebbe potuto interpretarle meglio. Nessuno più di Hans Zimmer avrebbe potuto dare voce al cuore palpitante che cavalca instancabile e deciso a non arrendersi mai. Sono rari i film di cui conosco tutte le canzoni. Mi viene in mente Singles - L'amore è un gioco (1992) ed Elizabethtown (2005), per un curioso caso, entrambi diretti dal Premio Oscar, Cameron Crowe

Ogni articolo su Live on Two Hands ha sempre un video musicale. La canzone scelta è Get Off my Back, emblematica forse più di tutte. Il cavallo è stato catturato e ora deve essere domato ma Spirit non ci pensa nemmeno. Ci provano tutti i militari ma regolarmente finiscono col c**o per terra. Divertente quando sputa in faccia a un soldato. Il suo nemico però, è il Capitano e dopo aver fatto piazza pulita, gli si piazza davanti inferocito. Spirit non è solo coraggioso e quello che lo aspetta sarà un lungo viaggio. Arriverà anche il momento dello sconforto ma nulla e nessuno potrà e dovrà impedirgli di tornare nella sua terra. Ecco, mi piace pensare che Spirit mi abbia ispirato a tal punto da aver sentimentalmente realizzato tutto quello che volevo-.

Spirit ha continuato a raccontare storie. Tornato a vivere in laguna e scoperta la passione per la corsa, oltre alle canzoni del CD, iniziai a registrarmi su cassetta anche i dialoghi e determinate scene "musicali" sebbene in modo molto rudimentale, ma comunque efficace per quello che era il mio obiettivo. I pezzi forti erano due: Levati di dosso nella versione cantata da Zucchero e la strumentale Run Free (James Dooley, Steve Jablonsky, Hans Zimmer), quando Spirit e Piccolo fiume si librano nell'aria saltando da un picco di un canyon all'altro per sfuggire alle giubbe blu, pezzo che utilizzavo per l'ultimo tratto di corsa quando aumentavo la velocità fino a saltare.

Oggi, quando ascolto e vedo Spirit - Cavallo selvaggio, non ripenso solo alla mia difficile storia di quando comprai quel disco. Oggi sento una gioia sconfinata perché è uno dei film animati preferiti del mio figlioletto.

QUESTO È L’UOMO CHE CORRERÀ ANCHE QUANDO CI SARAI TU


questa storia è iniziata senza 

nessuno di voi

… questa è la storia

che abbiamo finito insieme [...] Tieniti stretto alla criniera, lo spirito di certi uomini è una storia che non ha bisogno di fraseggi...solo le sgrammaticate parole di un bebè e della mia iniziale titubanza […] (Firenze, 17 Gennaio 2003)

mi hanno deriso

ancor prima

dicessi che non ce l’avrei fatta... chi

siete adesso? 

Non lo ricordo… Poteva essere 

una di quelle candele

che al massimo

avreste colorato

ai tempi delle colonie 

inutile che cerchiate

le frustate, sono stato

un esperto di lettere

ma il tempo

aveva altri progetti

sto ancora correndo

e non sempre l’ho fatto

per le ragioni ideali

sotto di me c’è la roccia,

l’acqua e il vuoto… sotto di me

ho nascosto la mia ombra

perché a quel tempo non mi assomigliava

quanto avrei voluto… 

adesso le luci sono tutte accese

perché è ancora notte

adesso l’albero di natale

non lo metto più via

adesso le cascate

sono il mio equilibrio (Venezia, 18 Gennaio ‘23)


Get Off my Back by Bryan Adams (Spirit OST)

Il booklet della colonna sonora originale di Spirit © Luca Ferrari

lunedì 9 gennaio 2023

Una mamma per amica, sonorità di autentico amore

Madre e figlia, Lorelay (Lauren Graham) e Rory (Alexis Bledel)

Una nuova creatura è venuta al mondo. Non ho idea di quale vita meravigliosa l'attenda, ma una cosa è certa: avrà sempre (anche)... Una mamma per amica. Dico bene, Carole King?

di Luca Ferrari

Una donna e sua figlia, come Lorely (Lauren Graham) e Rory (Alexis Bledel). Una mamma e la sua creatura. Inizia una nuova storia. In un meraviglioso giorno ha inizio la loro incredibile storia. Una storia meravigliosa "sentita" ancor prima che s'incontrassero. La vita di Rory e Lorely è quella di molti di noi. Un legame inscindibile che crescerà nel tempo. Un legame che non si fermerà dinnanzi alle difficoltà della vita. Un legame che ridefinisce le priorità umano-sentimentali. Adesso è notte fonda, e da qualche parte nel mondo, una donna ha appena dato alla luce una bambina. Vorrei già conoscere la storia di quella donna e della sua creatura. Io posso aspettare.  

Più iconiche le serie televisive o le canzoni della sigla iniziale? Se negli ultimi anni è difficile immaginare "Big Little Lies" senza le inquietudini di Cold Little Heart (di Michael Kiwanuka) o ancor di più Angelo Badalamenti al timone sonoro degli (oscuri) "segreti di Twin Peaks", anche sul fronte più rilassato come "Ally McBeal" (Searching my Soul di Vonda Shepard) e "Dawson's Creek" (I Don't Want to Wait di Paula Cole), per non parlare di Friends and The Rembrandts, la musica iniziale ha lasciato il segno. In questo filone s'inserisce a pieno titolo anche Carole King, una cantante a me del tutto sconosciuta se non fosse per la iconica Where You Lead I Will Follow, canzone di apertura della serie generazionale "Una mamma per amica" (Gilmore Girls, 2000-2007). Che l'ispirazione scriva allora una nuova storia...   

SHE'S YOUR BLUE SKY, SHE'S YOUR SUNNY DAY ... il mondo

si è fatto più splendidamente

ingombrante

… una lacrima

è scivolata dal ventre

al tuo cuore… Si sono

presentate

nel migliore dei modi… Si

sono appena conosciute

e sanno fin da ora

che saranno sempre unite

chissà per quanti giorni

ancora ritarderò

il confronto col tuo sorriso… il mondo

continuerà

a ripetere i suoi sbagli,

qualcuno intanto

ricamerà un’altra nuvola

Ehi, Jimmy Page
non avresti un graffito

da far camminare

verso questa tardiva introduzione?

Non ho mai avuto feeling

con le scale,

questa volta sono sicuro 

mi uscirebbero ombre

degne delle benedizioni sonore

di Joan Baez...

quali nuove 

parentesi dell’amore

ha già ricreato

per lei?... C’è

una parola che ti andrebbe

di descrivermi

mentre le racconti

di discese tradotte

in amorevole sentimento…è

la notte

della sua prima luce,

è il risveglio

della vita come mai prima d’ora...

(Venezia, 9 gennaio 2023 h. 2.03)

Carole King, Where You Lead I Will Follow

sabato 7 gennaio 2023

Shania Twain, Rock this Country

La cantante canadese Shania Twain
Shania Twain è sempre stata una cascata di melodica adrenalina, come in questa grandiosa versione live di Rock This Country. Proprio quello che ci vuole per iniziare il 2023!

di Luca Ferrari

Brava, coinvolgente e delicatamente affascinante. Fin da quando incontrai per la prima volta la musica di Shania Twain, il terzo album Come on Over (1997), rimasi subito colpito dalla carica sincera che l'artista canadese originaria di Windsor, Ontario, mi trasmise con la sua energia rock. Fu così che in un amen, canzoni come Don't Be Stupid (You Know I Love You)That Don't Impress Me MuchMan! I Feel like a Woman!Come On Over e Rock This Country in particolare, mi entrarono dolcemente in circolo. Merito anche di un feeling con la musica country, che sebbene mai particolarmente approfondito, mi ha sempre divertito, ispirandomi tanta spensierata serenità.

Il primo articolo dell'anno ha sempre qualcosa di speciale e voglio essere sincero, mai e poi mai avrei pensato a lady Shania. A farmela tornare in mente e nelle orecchie, quel simpaticone di Youtube che mi ha proposto nella home personale un paio di video live della cantante (tra cui la celebre Man! I Feel Like a Woman), a Chicago, alla cui visione poi è seguita una travolgente versione di Rock This Country, dinnanzi a un pubblico meravigliosamente omogeneo: adulti, adolescenti, giovani e bambini. È stato talmente entusiasmante da sceglierla in maniera istintiva non solo per la prima apparizione nel 2023 di Live on Two Hands - Le parole come non le avete mai ascoltate, ma anche per la prima corsa dell'anno... e ovviamente ne è sgorgata una poesia.

IL POTERE DELLA NOSTRA DANZANTE SERENITÀ 

Questa è una storia

che nessuno ha mai scritto

… Questa è una storia

che voglio confidare solo a te…

Questa è la miglior storia

mai vissuta

da due principianti del destino,

guardami

non mi sto più sfracellando

contro le impalcature

della felicità altrui… guardami,

sono loquace

abbastanza da confidarti

di non aver mai dimenticato

la tua danza paesana

Conosci un vecchio guardaroba

o uno sperone roccioso

dove fare il solletico alla tramontana...

Voglio solo il tuo mondo

davanti a me… ci sono le calamite

e ci sono delle buche senza avvisi,

vorrei poterti dire

che io ho sempre preferito

i lampioni

ma oggi sappi che ti vedo esattamente

per quello che siamo insieme...

Mi sono perso

e nessuno mi ha mai spiegato

perché gli sgambetti

siano tanti applauditi… Ho

sempre avuto un’idea

della tua esistenza… Avrei sempre voluto vedere

più persone sorridere

nei modi più disparati

Queste sono le mie parole

e quello è il tuo sorriso,

vedo le radici la primavera si richiama a un appiedato inverno ancora senza titolo...

                 (Venezia, 7 Gennaio ‘22)

Shania Twain, Rock This Country (live Chicago '03)

sabato 31 dicembre 2022

Live on Two Hands - Gli articoli più letti del 2022

Writing - Ph. Andrew Neel on Usplash

Un anno di musica si è concluso su Live on Two Hands. Quali sono stati gli articoli più letti? Quelli scritti nel 2022 o ce ne saranno anche di più vecchi? Andiamo a scoprirlo e buon 2023!

di Luca Ferrari

29 nuovi articoli pubblicati nel 2022 su Live on Two Hands - Le parole come non le avete mai ascoltate. In questi 12 mesi, i dieci articoli più letti vedono sette scritti pubblicati proprio quest'anno. La seconda piazza però è occupata da un pezzo del 2021, ed è una delle canzoni più romantiche. Sul terzo gradino del podio sale invece, la delicatezza delle Spice Girls, capaci di immortalare un momento di addio e allo stesso felicità condivisa. Notevole anche la 7° posizione, occupata dal primo articolo scritto su questo blog musicale e dedicato alla scena musicale di Seattle. Andiamo allora a scoprire ciò che voi lettori avete più apprezzato.  

  1. The Cranberries, live Firenze 2002. L'alba (poetica) della notteUna notte speciale. Delicata e intensamente condivisa. Sospesa. Le stelle brillavano ovunque e loro, The Cranberries, il 18 novembre 2002 mi cullarono nella mia nuova vita a Firenze.
  2. Alex Britti, l'amore eterno di Una su un milione (2021) -  Due bambini. Due ragazzi. Un amore nel loro destino. Il loro grande amore. Quell'amore che ti accompagna per tutta la vita. La dolce fiaba di Una su un milione cantata da Alex Britti.
  3. Goodbye my friends, saremo ancora fianco a fiancoLe strade si dividono, i sentimenti d'amicizia restano per sempre. Come ci hanno tramandato le Spice Girls "orfane" di Geri, Goodbye my friend/ It's not the end...
  4. Rape Me, stuprami e colpisci ancora (2019) - Il branco umilia e colpisce fino a uccidere. "Fallo ancora... Un giorno toccherà anche a te" tramanda l'urlo sensibile di Kurt Cobain. Una promessa vendicativa contro la macho-feccia.
  5. Eric Clapton, a perdifiato Tears in HeavenLeggende del rock, anime fragili cadute anzitempo. In questo dannato 5 aprile 2022, Tears in Heaven (Eric Clapton) s'intinge della realtà più familiarmente straziante.
  6. Thor: Love and November RainDalla November Rain (Guns n' Roses) live Tokyo '92 alla versione classica del film Thor: Love and Thunder. La poesia è ancora bagnata di lacrime, ma decisa a combattere fino alla fine.
  7. Seattle, Temple of Rock (2012) - Quelle rock band le ho ascoltate per anni al di qua dell'oceano. Arrivato poi a Seattle, fu tempo di realizzare un'antica promessa musicale.
  8. Bruce Springsteen, War is the enemy of all mankindLa guerra è il nemico dell'intera razza umana, cantava Bruce Springsteen nell'immortale War. Ma perché lo capiscono tutti tranne chi lucra dalla morte di innocenti? E noi, che stiamo facendo?
  9. Neil Young, la (mia) grande e poetica storia di HarvestLe canzoni imparate a memoria. Il vinile regalato. Il viaggio in Canada scandito da quell'album. Autentica colonna sonora della mia vita, Harvest (1972) di Neil Young compie 50 anni.
  10. Mariah Carey, London and MePer la prima volta a Londra, nel pieno della mio amore per il rock, a ispirare dolcezza nel mio scombussolato cammino, c'era lei: Mariah Carey e il suo nuovo album Butterfly (1997).

domenica 25 dicembre 2022

Poison, I Won't Forget You

Bret Michaels (Poison) canta I Won't Forget You

Dall'anima al cuore, e ancora oltre i cieli più remoti e le stelle nascoste che risplendono. Oggi non si celebra solo il natale. Oggi e per sempre, I Won't Forget You (Poison).

di Luca Ferrari

Dedica universale, sofferente e veritiera. Ninnananna del buongiorno, per guardare verso una nuova luce. A parte il Greatest Hits uscito nell'estate 1997, non sono mai stato un fan dei Poison e in generale del glam rock più smaccato a parte qualche Cenerentolesca eccezione. La musica però non conosce ostacoli e se Mariah Carey riuscì a rasserenarmi anche nei momenti più oscuri, la band capitanata dal biondissimo Bret Michaels è di recente diventata un must di eventi dolcemente familiari e scatenati. Avevo deciso di non scrivere nulla a natale. Potevo ma non ne avevo voglia, poi sono stato scelto. Mi sei apparsa mentre i sogni avevano altro da fare. I Won't Forget You mi ha sussurrato che era giunto il suo momento, scrivere qualcosa di eternamente vostro... nostro... 

OLTRE LE MIGLIA INFINITE DELL'AMORE

non ho scambiato il nulla coi ricordi,

è cambiato quasi tutto… che cosa

potrei raccontarle

che ancora non conosce?

Almeno posso aggiornarla

sull’amore

di due creature nel mondo... 

sotto quale stella

adesso si sta riposando?

Vorrei tanto poter

indovinare… pensavo di aver

deciso ogni caduta, adesso

è tutto candidamente

condiviso

I pezzi della strada si stavano già sgretolando... allora

stavamo vivendo i nostri ultimi giorni

… adesso in questa stanza

vedo una donna e il suo bambino,

in questa stanza

vedo una mamma

insieme alle luci che carezzano

una porzione

di terra gelata senza più confini… un giorno

saremo anche più lontani di così… tutti insieme

Mi prendo una pausa

dalla nostra conversazione…

mi rivolgo

a chi mi è accanto… adesso

vorresti convincermi

che i tuoni ti spaventano di più

di un percolare ibernato…

adesso vorresti farmi credere

che non sarai in grado

di conservare la forza

del tuo cuore

mentre le frecce logorano

un Aldilà che pretende solo pace? ... Non cerco la parola fine né alleati di un nuovo inizio ... L'infinito è più di un dettaglio

per sognatori e anime in travaglio interiore ...

Il cammino prosegue insieme... (Podkoren [SLOVENIA], 25 Dicembre ‘22)


Poison, I Won't Forget You

sabato 24 dicembre 2022

Gwen Stefani, Santa Baby

Gwen Stefani "natalizia" canta Santa Baby

Non è più la travolgente cantante dei No Doubt, ma il fascino di Gwen Stefani è sempre unico, corde vocali incluse. Per informazioni, ascoltarla al microfono della natalizia Santa Baby.

di Luca Ferrari

Talento, rock e delicata sensualità. Negli anni '90 la cantante No Doubt, Gwen Stefani, era una delle star più luminose, capace di mescolare spirito underground e appeal commerciale, il tutto condito da un'indubbia presenza dirompente. Nel 1997 ero lì lì per andare a un concerto ma poi saltò tutto. Da tempo ormai la bella cantante californiana ha intrapreso una carriera solista, diversa e più incentrata sul mondo della televisione e del marketing. Le doti canore però, restano indubbie. 

In occasione della vigilia di natale, eccola dal vivo interpretare un classico delle festività, Santa Baby, canzone resa immortale da Eartha Kitt, e pubblicata nel suo quarto album solista You Make It Feel Like Christmas (2017)

Buon natale a tutti 🎅 🎄!


Gwen Stefani, Santa Baby live

giovedì 15 dicembre 2022

Mad Season, i demoni risplendono "above"

Il cantante dei Mad Season, Layne Staley

Fendenti di pura oscurità splendente. Above (1995), l'unico disco della superband Mad Season. Tutto dolorosamente dal vivo in un epico concerto al Moore Theatre di Seattle

di Luca Ferrari

"Then a deamon comes to me
You must know
I'm gonna win
... Yeeeee, lifeless death!"


Un viaggio nell'ignoto senza ritorno, né paura o redenzione. Buio, luce accecante e la coscienza del proprio sangue sgorgato (sgorgante). Nel 1995, tre delle migliori band di Seattle unirono l'anima e la propria sofferenza, dando vita al supergruppo Mad Season. Voce, Layne Staley (Alice in Chains); chitarra, Mike McCready (Pearl Jam); basso, John Baker Saunders; batteria, Barrett Martin (Screaming Trees). Presente anche il cantante di questi ultimi, Mark Lanegan, ai microfoni di Long Gone Day per un duetto da brividi. La band realizzò un solo e strepitoso album, Above, suonato pochi mesi dopo l'uscita al Moore Theatre di Seattle. 10 canzoni in tutto e 55 minuti circa di materia indefinibile. Un monologo interiore dove i sogni sono un'utopia e la vita, uno sforzo costante per non lasciare alla sabbia dell'oblio l'ultima tragica parola. 

Ad aprire le danza, un rock blues ipnotico quasi straziante. Wake-up. Lo devo ammettere. In principio la reputai fin troppo lenta e solo grazie al suddetto concerto live, la riabilitai nel mio personale gusto. Wake up, young man, it's time to wake up/ Your love affair got to go... Il testo prosegue parlando di cicatrici facili da leggere e un'implorazione quasi disperata (rassegnata) di appena un po' di pace. In tutto questo Layne canta con una disarmante dolcezza e Mike sembra posseduto dalle migliori intenzioni Hendrixiane. X-Ray Mind, è sempre stata una delle mie preferite. A dir poco lancinante la parte chitarristica di McCready, il cui assolo finale è reso ancor più intenso del cantato di Staley.

                                                             
Mad Season, X-Ray Mind (live Moore Theatre, Seattle)

A dispetto del grande successo che riscontrò tra il pubblico, River of Deceit, non mi ha mai conquistato, e ancor meno l'esageratamente lenta-nervosa Artificial Red. Ben di più incisiva I'm Above, con la voce di Layne capace di scalare nuove vette e un ritornello talmente potente da creare un uomo a mani nude:

How is it you're feeling so uneasy?
How is it that I feel fine?
Life reveals what is dealt through seasons
Circle comes around each time
...
I've been blessed with eyes to see this
Behind the unwhole truth you hide
Bite to remind the bitten, bigger
Mouth repaying tenfold wide... I'm Above...


Autentica apoteosi rabbioso-malinconica, Lifeless dead e I don't know anything. Quasi metal per certi versi, con venature rock anni 70. La potenza sonora mescolata ai graffi vocali rendono queste due canzoni un impavido fiammifero in mezzo alle temeste più gelide. 

...And although he'd not accept
She was gone and so he wept
Then a demon came to him
"You must know I'm gonna win" 
... Yeah, Lifeless Dead


I Don't Know Anything l'ho sempre sentita come una (personale) dichiarazione guerra al mondo, dove da una parte c'è una corsa sfrenata verso la soddisfazione materialista, dall'altra c'è un'anima turbata contesa tra voragini e albe mal raccontate. Domande, pensieri e ancora domanda:

Why we have to live in so much hate everyday?
Oh yeah Why the fighting and the coming down, am I sane?
I don't know
When the teacher put the ruler down on my hand I laughed
Cross my heart and hide reliever in trails of blood I love

                                       
 Mad Season - I don't know anything live Moore Theatre (Seattle '95)
 
Complice anche la seconda voce del profondo Mark LaneganLong Gone Day è sempre stata la consegna collettiva di un tramonto spento, rinato solo per spegnersi ancora. Due frasi su tutte:

[...] Am I the only one who remembers that summer ...
Long gone day
Mmmm, who ever said
We wash away with the rain


Chiudono l'album November Hotel e All Alone. Non le ho mai ascoltate particolarmente perché quello che avevo udito fin'ora, era troppo e a quel punto era tardi per qualsiasi aggiunta.

Sarebbe troppo riduttivo dire che Above mi piacque in modo pericoloso fin dal primo ascolto, per altro avvenuto in un periodo della mia vita in cui ero già sotto dosi massicce di Dirt, album "senza ritorno" degli Alice in Chains. Fu così che in una gelida mattinata, entrai in una biblioteca, ma invece di perdere tempo ad assimilare nozioni del tutto inutili, tirai fuori carta e penna e iniziai a ricopiarmi tutti i testi dei Mad Season, in contemporanea passandoli nel walkman a un volume molto elevato. Talmente forte che a un certo punto mi fu chiesto se cortesemente potessi abbassare il volume. Ricordo di aver guardato quella persona e poi tutti gli altri studiosi. Acconsentii la richiesta. Andai avanti ancora un po' e poi me ne andai a vagare al freddo e nella solitudine. Avevo solo 18 anni.

Le news a metà anni Novanta si leggevano solo sulla stampa specializzata e questo album mi passò sotto il naso anche perché le prime recensioni non ne diedero un ritratto particolarmente edificante. A farmelo scoprire, la persona più impensabile. Un caro amico del tutto avulso alle band di Seattle, per non dire che le detestava proprio, preferendogli soggetti come Motley Crue, Guns 'n' Roses e Skid Row. Ma tant'è, la cassetta con tutte le canzoni mi arrivarono entusiaste da lui e con tanto di dedica. Letti i componenti della band, me la infilai nel walkman iniziando un viaggio che cementò ulteriormente la mia ispirazione e passione per quel rock così dolorosamente forte e oscuro

Above
uscì nel marzo 1995. Il live al Moore Theatre di Seattle si tenne poco dopo, il 29 aprile dello stesso anno. Fu l'ultimo bagliore di un'epoca che ormai si stava estinguendo. L'anno successivo ci sarebbe stata l'esplosione del Brit pop, boyband e girlband. Per Mike McCready sarebbe iniziato un periodo molto doloroso culminato nella diagnosi del morbo di Crohn, mentre Layne sarebbe via via sprofondato sempre di più nell'abisso delle dipendenze, fino alla prematura morte (5 aprile 2002), riuscendo comunque a lasciarci in eredità con i suoi Alice in Chains il possente album omonimo e un indimenticabile (spettrale) concerto Unplugged, entrambi realizzati nel 1996.

Above
dei Mad Season iniziò a risuonare nella mia anima durante il natale 1995. Non è mai stato un album come gli altri. Forse anche più di Vitalogy, era intriso di una tristezza senza fine per un mondo che era cambiato e continuava a cambiare nel modo sbagliato. La poetica di Seattle non interessava più a nessuno, Kurt Cobain se n'era andato da un anno e a noi anime senza futuro, ci era toccato il gravoso compito di continuare a vivere portandoci appresso troppe domande, credendo illusi di poter trovare qualcosa. Above non ha nessuna risposta. Adesso però, a distanza di quasi trent'anni, ne colgo anche l'impetuosa consapevolezza. Above apparterrà sempre a tutto quello che sono. Alle volte sarà una lacrima. Alle volte un ricordo violentato. Altre volte, semplicemente, il sorriso per una nuova alba che ho lottato per far vivere e magari condividere.

CORRENDO SULLE PALPEBRE DEL VUOTO


sono insieme a voi,

… non staremo

insieme per molto tempo,

appena me ne sarò andato

non sentirete nemmeno parlare

di ciò cui un giorno

faticherete a confidare

anche oggi

ho ricopiato il nome

dei miei assassini

e non mi sento assolutamente

meglio… vuoi

provare a negarlo? Vorresti

provare a contraddirmi?..

il corpo ricoperto

delle mie parole,

e le balbuzie sono sanguinosamente

ostili alle menzogne…cosa me ne farò

di questi pugni

adesso che ho capito

come poterli convincere…

perché dici di conoscere

le coordinate

delle mie lacrime

anche se continui a girarti

dall’altra parte… questa

è solo un’altra storia

senza fantasmi né millepiedi,

i pugnali dei bisogni 

sono fiori sospesi

che non hanno mai sentito 

la necessità

d’inscenare la propria fine.. (Venezia, 16 Dicembre ‘22)

Lifeless Dead live Moore Seattle '95, by Mad Season

Il chitarrista Mike McCready (Mad Season)

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